Corriere di Sciacca

giovedì 8 maggio 2008

Il 4° Governo Berlusconi

Con tempi record, elogiati dallo stesso capo dello Stato Giorgio Napolitano, nasce il governo 'Berlusconi quater', con i suoi 21 ministri che giureranno fedeltà alla Repubblica oggi pomeriggio al Quirinale. Stravolgendo la prassi istituzionale, Il Cavaliere si è infatti presentato ieri sul Colle con la lista dei ministri in tasca e, appena ricevuto l'incarico, ne ha dato lettura a Napolitano confermando i toto ministri da giorni in circolazione (fatta salva l'esclusione di Michela Vittoria Brambilla e Carlo Giovanardi e l'unica sorpresa di Gianfranco Rotondi alla Attuazione del Programma). Nel volgere della giornata, e prima di salire al Quirinale, Berlusconi scioglie gli ultimi nodi ancora aperti: opta definitivamente per il giovane Angelino Alfano al ministero della Giustizia, accontenta i desiderata di Alleanza Nazionale che voleva Andrea Ronchi ministro, e punta su Maurizio Sacconi per il Welfare. Non ci sono dunque grosse sorprese, a partire dalla nomina del fido Gianni Letta sottosegretario alla presidenza del Consiglio. "C'é una sola persona indispensabile a Palazzo Chigi - aveva detto nei giorni scorsi il Cavaliere - Pensate che sia io? No, è Gianni Letta, un dono di Dio". La Lega, dopo aver battuto sul tema della sicurezza per tutta la campagna elettorale, conquista il Viminale per Roberto Maroni e si aggiudica anche l'Agricoltura per Luca Zaia. Il pacchetto di dicasteri che vanno al Carroccio si completa con i due senza portafoglio di Riforme (Umberto Bossi) e Semplificazione (Roberto Calderoli). Fino all'ultimo Berlusconi tenta di rispettare il suo proposito di portare sei donne ministro nel suo governo, ma alla fine le ministre saranno solo quattro. Il Cavaliere deve infatti capitolare alle richieste di Alleanza Nazionale e della Dca di Gianfranco Rotondi. Il partito di Gianfranco Fini fin dal mattino è infatti sul piede di guerra per portare dentro l'esecutivo Andrea Ronchi, portavoce di An e fedelissimo del neo presidente della Camera. E' Fini stesso a pretendere che Ronchi sieda in Consiglio dei ministri e i colonnelli si muovono (quasi tutti) perché questo avvenga. Berlusconi avrebbe invece preferito che i due ministeri senza portafoglio di An venissero riservati a Giorgia Meloni, ministro delle Politiche Giovanili, e ad Adriana Poli Bortone, che invece viene sacrificata a vantaggio di Andrea Ronchi, ministro delle Politiche Comunitarie. Ad An vanno poi due ministeri di peso, con portafoglio: Ignazio La Russa alla Difesa ed Altero Matteoli alle Infrastrutture. Folta la pattuglia di ministri azzurri con portafoglio: oltre a Frattini ministro degli Esteri, c'é Giulio Tremonti all'Economia, Claudio Scajola alle Attività Produttive, Sandro Bondi ai Beni Culturali, Stefania Prestigiacomo all'Ambiente, Mariastella Gelmini all'Istruzione, Maurizio Sacconi al Welfare ed Angelino Alfano, che alla fine la spunta su Marcello Pera nella corsa per Via Arenula. 

Fonte: Ansa.it

Nessun commento:

Posta un commento

Visualizzazioni totali