Corriere di Sciacca

domenica 6 luglio 2008

Operazione Scacco Matto

"Scacco Matto", l'operazione che da due anni impegna le indagini dei Carabinieri di Sciacca, volge al termine con ottimi risultati. Ecco i dati degli arresti e dei provvedimenti di fermo: destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono Accursio Dimino, 50 anni di Sciacca, commerciante, ritenuto capofamiglia della cosca locale e già condannato nella precedente operazione antimafia condotta nella città termale, da poco tempo in libertà dopo un periodo di detenzione; Michele Di Leo, saccense di 42 anni, ritenuto affiliato alla famiglia di Sciacca e collaboratore diretto di Dimino; Pietro Derelitto,commerciante di Burgio, domiciliato in Villabate, ritenuto affiliato alla famiglia di Burgio e noto per trascorsi di corridore automobilistico; Raffaele Sala, 36 anni, di Burgio, impegnato come lavoratore stagionale nella forestale, ritenuto affiliato alla famiglia di Burgio come il cugino Girolamo, di 48 anni; Mario Davilla, 43 anni di Burgio, imprenditore, che oggi vive ad Imperia dove svolge attività nel settore cementizio; Antonio Giuseppe Perricone, 54 anni, ritenuto collegamento tra la vecchia e la nuova mafia dei monti; Nicolò Di Martino, 71 anni, pensionato, legato a Derelitto ed a Davilla e fino ad oggi poco noto alle forze dell'ordine. Sottoposti a fermo del Pm sono invece Gaspare Schirò, 56 anni, nativo di Contessa Entellina e operaio forestale, ritenuto capofamiglia di Menfi; Antonino Pumilia, 53 anni, ritenuto affiliato alla famiglia di Menfi, gestore di una sala giochi; Tommaso Militello, nato a Palermo cl. 63, residente a Palermo, già domiciliato a Menfi in quanto sottoposto al divieto di dimora nella provincia di Palermo, ritenuto affiliato alla famiglia di Menfi e in contatto con i pregiudicati del luogo; Vito Bucceri, 46 anni, di Menfi, coniugato, manovale, ritenuto affiliato alla famiglia di Menfi; Giuseppe Barreca, 32 anni di Menfi, muratore, ritenuto affiliato alla locale famiglia mafiosa; i fratelli Giovanni e Filippo Campo, di 46 e 40 anni, titolari di un'attività nel settore calcestruzzi; Calogero Rizzuto, nato a Sambuca di Sicilia, di 48 anni, operaio presso la Sogeir Ato 1 di Sciacca, un lavoro che gli inquirenti ritengono di copertura per un indagato che avrebbe il ruolo di capofamiglia di Sambuca di Sicilia; Antonino Maggio, 45 anni, residente a S. Margherita Belice, proprietario di una cava e affiliato alla famiglia di Menfi; Gino Guzzo, 49 anni, il più noto del gruppo, anche lui come Dimino coinvolto nell'operazione Avana, ritenuto capofamiglia di Montevago nonchè capo mandamento del Belice; Antonino Gulotta, meccanico di 40 anni di Montevago, vicino a Guzzo; Giusppe La Rocca, 54 anni, commerciante del settore abbigliamento con negozi prima a Menfi e ora a Santa Margherita Belice, anche lui arrestato negli anni '90 con Avana; Giuseppe Clemente, operaio di 36 anni, ritenuto affiliato alla famiglia di Montevago; Pasquale Ciaccio, margheritese di 42 anni che i carabinieri ritengono vicino alle vecchie famiglie mafiose della zona, di professione pastore e ritenuto capofamiglia di Santa Margherita Belice; Vitino Cascio, 66 anni, imprenditore nel settore calcestruzzi, che non ha precedenti recenti di rilievo ma che risulterebbe affiliato alla famiglia di Santa Margherita Belice; Francesco Fontana, 71 anni, consigliere presso la Calcestruzzi Belice s.r.l. E socio di Cascio, ritenuto affiliato alla famiglia di Santa Margherita Belice; Giuseppe Morreale, piccolo imprenditore di Santa Margherita senza precedenti penali, che secondo i carabinieri avrebbe avuto contatti e ottenuti vantaggio nei rapporti con l'organizzazione criminale; Salvatore Imbornone, quarantottenne, ritenuto figura di rilievo della zona, capofamiglia di Lucca Sicula e capomandamento di Lucca Sicula, Ribera e Burgio; Francesco Capizzi (detto Franco) di Calogero, di 49 anni, commerciante, ritenuto capofamiglia di Ribera e rappresentante della nota famiglia locale; i fratelli Giuseppe e Paolo Capizzi, di 41 e 42 anni; Paolo Capizzi di 68 anni, padre di Giuseppe di Calogero, tutti facenti parte della famiglia che faceva riferimento a Carmelo Capizzi. Biagio Smeraglia, imprenditore settore trasporti di 45 anni, Antonino Montalbano, di 46 anni e Giuseppe Orlando di 45 anni tutti appartenenti alla famiglia mafiosa di Ribera.

Fonte: AgrigentoFlash.it

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