Corriere di Sciacca

mercoledì 15 ottobre 2008

Sciacca città a vocazione turistica: In teoria, ma di fatto?

Per chi non lo sapesse, Sciacca è ufficialmente definita, da lunedì scorso, come città a conduzione prevalente turistica. Questo significa che la cittadina termale basa parte della propria sopravvivenza prima di tutto sull’aspetto estetico e poi su servizi offerti ai turisti che la visitano in lungo e in largo. Quindi, questa mattina, rincuorati del fatto che Sciacca è, ormai, un polo turistico riconosciuto quasi all’unanimità dal consiglio comunale saccense, abbiamo deciso di effettuare un giro per la città, come dei semplici turisti che la visitano per la prima volta. Infatti, ciò che nota un forestiero entrando in qualsiasi agglomerato urbano, sono le condizione del manto stradale. Dopo un giro per le vie della città di Sciacca, eravamo senza parole per i sentimenti contrastanti che provavamo. Perché se il civico consesso di Sciacca (meno uno) afferma che la nostra città si basa prevalentemente sul turismo, il nostro asfalto è in queste condizioni? Non si rischia di essere accusati di eccessivo pessimismo se le nostre strade si definiscono pessime. Infatti, non si capisce di quale malattia soffra il manto stradale di Sciacca. In tutte le parti della città, ci sono buche, si verificano pericolosi dislivelli e nessuno si è ancora attivato per porre fine a questa situazione. La vera e propria voragine, in via Giovanni Amendola (nella foto), per esempio, è uno schiaffo per le affermazioni del civico consesso. Infatti, in tre settimane, gli unici interventi effettuati dall’amministrazione comunale per risolvere questa vergogna, sono state soltanto delle transenne. Il buco si sta pericolosamente allargando tipo deriva dei continenti, ma nessuno ha pensato di ripararlo, ma affermiamo che campiamo grazie alla presenza dei turisti. Buche frane e dislivelli, però, non guardano in faccia a nessuno. Infatti, cedimenti del manto stradale avvengono anche in zone oggetto di recenti lavori. In corso Vittorio Emanuele, per esempio, di recente oggetto di lavori per il parf, pochi mesi fa, sul nuovissimo asfalto si è verificato un cedimento, prontamente riparato dopo 24 ore. Peccato che l’asfalto sia nuovamente ceduto nel giro di qualche giorno comportando un’ulteriore intervento. Com’è possibile che un manto stradale appena collocato frani dopo pochissimo tempo? Di chi è la colpa? Succede anche allo stazzone. Di cosa è malato il nostro asfalto? Non si riesce a scoprirlo, ma non si trova neanche una cura per risolverlo. Onestamente, siamo perplessi. Perché il consiglio comunale, quasi all’unanimità, afferma che campiamo con il turismo e che siamo pronti a ricevere e gestire forestieri, quando le nostre strade sono in questo stato? Chi ci governa ha detto che siamo pronti per il turismo e che campiamo grazie a esso. Allora la buca di via Giovanni Amendola, per esempio, è un’attrazione turistica? Se non ci sono soldi per effettuarlo, perché non si ricorre al fondo di emergenza, sempre utilizzato per le indennità di carica? Non lo sappiamo. Intanto, ci dicono che siamo pronti per accogliere i turisti.
Franco Iacch
Fonte: AgrigentoFlash.it

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